giovedì 8 marzo 2012

I passi della promessa


Leggendo le lettere di san Paolo non si può fare a meno di notare tante coincidenze con lo spirito dell'apostolato della promessa di preghiera di adozione spirituale del bambino concepito...
Le coincidenze riguardano la promessa, la promessa di adozione, la promessa di adozione a figli, e anche la prova di questa nostra adozione a figli: lo Spirito che nel nostro cuore grida "Abba! Padre!". In questo senso coincide anche il termine adozione "spirituale".
Per brevità prendiamo inconsiderazione tre passi:

L'adozione a figli, la redenzione del  nostro corpo
19 La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; 20 essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza 21 di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. 22 Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; 23 essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. 24 Poiché nella speranza noi siamo stati salvati.
(Rm 8:19-24) L'apostolo ci spiega che cosa è l'adozione a figli, cioè la "redenzione del nostro corpo", ciò che aspettiamo e speriamo "gemendo interiormente" nel nostro cuore. Nel nostro cuore si concentra quella speranza e quel desiderio che invadono tutto l'universo creato. Quale figlio non aspetta con impazienza di entrare nella propria libertà? di essere autonomo, emanciparsi dalla famiglia di origine e "sentirsi in una grande famiglia" (come ho letto su un invito in discoteca destinato a 13enni)? I media sfruttano il desiderio di adozione a figli che tutti abbiamo, per farci confondere tra liberazione e schiavitù, tra purezza e corruzione, tra eterno e caduco, tra libero e sottomesso, tra figlio e schiavo, tra grande famiglia e grande isolamento.

Figli adottivi, "figli della promessa" da "quando ancora non erano nati"
4 Essi sono Israeliti e possiedono l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, 5 i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.Tuttavia la parola di Dio non è venuta meno. Infatti non tutti i discendenti di Israele sono Israele, né per il fatto di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi figli. No, ma: in Isacco ti sarà data una discendenza, cioè: non sono considerati figli di Dio i figli della carne, ma come discendenza sono considerati solo i figli della promessa.Queste infatti sono le parole della promessa: Io verrò in questo tempo e Sara avrà un figlio. 10 E non è tutto; c'è anche Rebecca che ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre: 11 quando essi ancora non eran nati e nulla avevano fatto di bene o di male - perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sull'elezione non in base alle opere, ma alla volontà di colui che chiama - 12 le fu dichiarato: Il maggiore sarà sottomesso al minore
(Rm 9:4-12) San Paolo richiama la figura di Abramo e Sara. Come allora Dio promise loro di avere figli, anche oggi il Signore ci promette l'adozione a figli, la redenzione dei nostri corpi. Non solo, l'apostolo ci ricorda un'altra figura: Rebecca, Isacco e i loro figli Giacobbe ed Esaù. Questi ultimi furono scelti dal Signore quando ancora erano nel grembo materno. Fin dal seno della loro madre, Dio aveva già completato il disegno su di loro e lo aveva già promesso a Rebecca. Ancora oggi il Signore promette ad ogni madre in attesa di aver già adottato a figli i loro bambini concepiti, di aver già preparato per loro un disegno per il loro futuro, non solo per la vita terrena, ma anche per quella eterna fino addirittura alla redenzione dei loro corpi.
Quale grande progetto di amore...
Un progetto di amore eterno, un progetto di adozione in una vera grande famiglia, quella di Dio e della Sua Chiesa. Un figlio che tu non ti aspettavi, Dio lo aspettava e lo desiderava dall'eternità e per lui ha un progetto di amore... infinito. Per la sua vita terrena, ha già preparato un corpo e un'anima perfetti per ricambiare il Suo amore e amare gli altri. Per la sua vita eterna, ha già preparato un'anima perfetta, per essere simile a Lui ed essere felice della Sua visione, e ancora ha preparato un corpo glorioso e risorto simile al Suo, per quando avverrà la redenzione dei corpi.
Quale grande progetto di amore...
e che grande follia contrastarlo...

La prova
Ecco, io faccio un altro esempio: per tutto il tempo che l'erede è fanciullo, non è per nulla differente da uno schiavo, pure essendo padrone di tutto; ma dipende da tutori e amministratori, fino al termine stabilito dal padre. Così anche noi quando eravamo fanciulli, eravamo come schiavi degli elementi del mondo. Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, 5 per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. 6 E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! 7 Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.

(Ga 4:1-7) L'Apostolo ci spiega "quali eravamo e quali siamo". Eravamo come schiavi, o come bambini piccoli che ancora non hanno libertà di decidere, ma che sono completamente dipendenti o da un padrone, o da un tutore o un amministratore che sceglie per loro.
Questa era la situazione dei credenti che ancora non avevano visto il Figlio, e ancora non conoscevano Dio come Padre, Che genera il Suo unico Figlio e Che ci adotta tutti come Suoi figli.
Questa è la situazione di chi ancora non ha conosciuto l'amore di Dio e cerca la propria libertà, la propria gloria, il proprio successo dove non esiste: nel denaro, nell'impurità di un amore corrotto, nella carriera, negli svaghi, nelle dipendenze e nell'apparenza agli occhi degli altri.
Facciamo silenzio, spegniamo ciò che fa rumore... e ascoltiamo l'unico grido che rimane, quello dello Spirito del Figlio che chiama Suo Padre, nostro Padre.
Abbiamo sì un grande amore, quello di Dio;
una grande eredità, il Suo Regno per sempre;
una grande famiglia, quella dei Suoi figli adottivi;
una grande libertà, quella che da sempre desidera per noi;
e una grande gloria, in cui ci vuol fare simili a Sé.
Quindi, perché cercare l'amore nel fango?
perché preoccuparsi dei soldi se abbiamo una provvidenza immensa e un'eredità infinita?
perché cercare di sentirsi in una grande famiglia andando nel rumore di una discoteca che copre il grido "Padre"?
perché cercare la libertà nel fumo, gli alcolici, nel sesso e nelle trasgressioni? e la gloria nell'apparire più trasgressivi?
Siamo figli adottivi del Dio Amore, figli della Luce... "e tutto questo per opera di Gesù, e di Gesù crocifisso".


sabato 3 marzo 2012

I passi dell'amore


Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente.
L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L'amore non verrà mai meno.

Le profezie verranno abolite; le lingue cesseranno; e la conoscenza verrà abolita; poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito. Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino. Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto. Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore.

Ecco l'inno all'amore, l'amore vero, quello che tutti cercano. Ecco le parole che tutti vorrebbero sentire sull'amore e le parole che vorrebbero vivere e vedere. Ecco la verità che tutti vorrebbero dire e fare... in mezzo a tanta menzogna; la luce che vorrebbero vedere, in mezzo a tanta notte!
Nonostante i 7 (inutili) anni di catechismo, anche io, come qualcun altro, ho scoperto questi "passi" di San Paolo da un film romantico visto a scuola, forse in 4° superiore. Menomale che ancora il cuore era abbastanza limpido e lo Spirito che gemeva (rm8) ha esultato un attimo e io ho riconosciuto quella bella verità. Mi ricordo solo un'immagine del film in cui si sentivano queste parole, tanto simili a quelle dell'Apostolo:

L'amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso... L'amore non è mai presuntuoso o pieno di sé, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L'amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità. È sempre pronto a scusare, a dare fiducia, a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta.

Il prof disse che era proprio la lettera ai Corinzi di San Paolo e aggiunse che - secondo lui - la traduzione migliore era "chi ama..." invece che "l'amore..." o "la carità...". Quindi mi feci una fotocopia di quella traduzione e me la imparai a memoria, insieme alla traduzione in qualche altra lingua che mi piaceva. E quando capitava la recitavo a qualcuno.
Il semino trovò in me un po' di terra fertile, che c'è in ogni cuore. Infatti mi documentai meglio su quei "passi dell'amore" di San Paolo che vanno molto molto oltre la superficie di romanticismo che percepiamo e ci attira a priva vista. E infatti poco prima leggiamo (I Cor 6,12-20) come dobbiamo vivere questo amore, affinché porti quei frutti di pazienza, gentilezza, modestia, umiltà, perdono, fiducia, felicità e eternità, a cui tutto aspirano. Non aspiriamo all'eternità, alla felicità e alla contentezza poiché da piccini chissà quante volte ci avranno ripetuto "e vissero per sempre felici e contenti", ma perché in ogni cuore era già scritto che questi sono i veri beni.
Ecco come possiamo vivere l'amore per ottenerne tutto il bene che ci può portare (meglio che in qualsiasi favola!):

 «Tutto mi è lecito!». Ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Ma io non mi lascerò dominare da nulla. «I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!». Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l'impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno, è detto, un corpo solo. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo.
O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!


Tutto ti è lecito, ma tu sei membra di Cristo e il tuo corpo è tempio dello Spirito Santo. 
Prima di metterti nelle mani di qualcuno, pensa che stai mettendo in quelle mani il corpo di Cristo.
Qualsiasi peccato commettiamo "è fuori" del nostro corpo, cioè del corpo a cui apparteniamo, quello di Cristo. Ma chi rinuncia alla propria purezza e la abbandona, si mette "fuori" del corpo a cui appartiene, e non è più membra del corpo di Cristo, che è la nostra gioia e la nostra vita eterna. Così, fuori dalla purezza, quella purezza che ci fa appartenere a Cristo, perdiamo anche la gioia, che è Lui stesso, e perdiamo quel "per sempre" della vita di chi si ama.
Un amore che non è puro, non è vissuto nella castità, cioè nella continenza per i fidanzati, o nell'astinenza periodica per gli sposi, è un amore destinato a non durare, a non vivere per sempre, e neanche a portare la felicità e la contentezza di cui parlano le favole, né a portare pazienza, umiltà, modestia, sincerità e fiducia di cui parla San Paolo nell'Inno all'amore.
Ciò che ha unito Dio, non si può dividere (mt19,8), ma ciò che è unito e non viene da Dio ma da chi vorrebbe allontanarci da Lui, va diviso.
Una volta in una omelia sentii (al contrario di quello che purtroppo pensavo fino ad allora) che non tutto ciò che è unito viene da Dio e non tutte le divisioni vengono dal maligno. Proprio questo ci dice anche la Lettera di San Paolo: l'unione con una prostituta (rivolgendosi ai maschi) o con uno che sfrutta il corpo di una donna (rivolgendosi alle femmine) non è certo unione che viene da Dio, ma che ci stacca da Dio, dal Corpo mistico di Cristo.
Per concludere, chi si ama vive nella purezza ed è così che vivrà per sempre felice e contento, perché Cristo e la Chiesa, per primi, vissero per sempre felici e contenti!

sabato 25 febbraio 2012

"Alla Madre della Misericordia" (S.M.Faustina Kowalska)


Maria, madre mia e mia signora,
Ti dono la mia anima e il mio corpo,
la mia vita e la mia morte e ciò che la seguirà.

Affido tutto alle Tue mani, o madre mia.
Coprimi con il Tuo manto verginale
e concedimi la grazia della purezza
di cuore, d'anima e di corpo.

Difendimi con la Tua potenza da tutti i nemici,
specialmente da quelli che nascondono
la loro cattiveria sotto la maschera della virtù...

Fortifica la mia anima,
non la spezzi il dolore.
O Madre di Grazia,
insegnami a vivere in Dio.

Amen.


giovedì 23 febbraio 2012

Pensieri sulla Madre


Beata te, o donna incinta, che custodisci un grande segreto,
il tuo sorriso timidamente lo svela,
i tuoi occhi cercano di narrare l'inenarrabile:
che una nuova vita fiorisce in te,
che un nuovo uomo albeggia nel tuo seno
e rischiara le tenebre di un vuoto che solo lui poteva colmare.


Per ogni bimbo chiamato dal nulla all'essere
un vuoto si colma
e il mosaico della creazione riceve nuova luce.
In ogni bimbo appena concepito
risplende il mistero dell'Incarnazione del Verbo,
e in ogni donna che si apre alla vita
si ripete il miracolo di quel Sì che ci ha redenti.


Chissà com'eri, o dolce Maria,
col grembo colmo della Divina Grazia!
Tu, già piena di Grazia, fin dal Tuo concepimento
facevi spazio alla Grazia Incarnata, che dentro di Te,
giorno dopo giorno, come ogni figlio d'uomo,
s'andava formando nel Tuo corpo in anticipo redento.

Avrei voluto vedere il Tuo sorriso,
per scoprire se riusciva a celare
questo grande segreto;
e i Tuoi occhi di madre in attesa,
per carpirne la luce del Dio
che abitava il dolce Tuo seno.

Vorrei, o Madre, poter vedere
in ogni donna che il Creatore ha visitato
l'obbedienza alla Vita che Tu ci hai insegnato
e la gioia immensa di un sì incondizionato.

Non ci sono ma, non ci sono se
di fronte ad un bimbo che chiede la vita;
non ci sono brutture o umani peccati
che posson sporcare la bellezza di un uomo in boccio.


Non sta a noi giudicare la bellezza dei tratti dell'artista.
Solo Lui, l'Autore Autorizzato, conosce il mistero di ciò che ha creato.
A noi il compito di accettare il dono di un'opera originale
e sempre degna di ammirazione,
perché fatta a somiglianza di Colui
Che è il Principio e la Fine di tutta la Creazione.


Note: la poesia è di una mia amica ed è veramente ispirata!

Sifra e Pua, quando vincono il cuore e la coscienza

Sifra e Pua guardano la corona regale della maternità: "Vedi, una madre è una regina, la maternità è sacra... "
Il re d'Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, delle quali una si chiamava Sifra e l'altra Pua: «Quando assistete al parto delle donne ebree, osservate quando il neonato è ancora tra le due sponde del sedile per il parto: se è un maschio, lo farete morire; se è una femmina, potrà vivere». Ma le levatrici temettero Dio: non fecero come aveva loro ordinato il re d'Egitto e lasciarono vivere i bambini. Il re d'Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i bambini?». Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane: sono piene di vitalità: prima che arrivi presso di loro la levatrice, hanno già partorito!». Dio beneficò le levatrici. Il popolo aumentò e divenne molto forte. E poiché le levatrici avevano temuto Dio, egli diede loro una numerosa famiglia. Allora il faraone diede quest'ordine a tutto il suo popolo: «Ogni figlio maschio che nascerà agli Ebrei, lo getterete nel Nilo, ma lascerete vivere ogni figlia».
Sifra e Pua, le prime obiettrici di coscienza

 Questo brano ci propone oggi l'ufficio delle letture. Il faraone riesce a comandare ai suoi sudditi di far lavorare, costruire città, coltivare i campi, impastare argilla e fare mattoni.... l'unica cosa che non riesce a comandare è "uccidere". La sua legge "devi uccidere" non ha nessun valore per le ostetriche del paese, poiché contraddice una legge più grande, la legge naturale scritta nel loro cuore, come nel cuore di ognuno di noi. Sifra e Pua, migliaia di anni fa, già comprendevano che quella legge non se l'erano scritta da sole, ma solo un dio avrebbe potuto farlo.
Oggi, l'azione che era stata comandata loro si chiamerebbe aborto, aborto a nascita parziale. Esiste, e ci sono ancora faraoni che lo comandano. Chi ascolteremo? il cuore in cui continuamente ci parla il Signore, o il faraone di turno?
Vediamo che, rispondendo al faraone, le ostetriche mentono. Sembrerebbe che vengono meno a un'altra legge che Dio ha scritto nei nostri cuori: "non mentire, non dire falsa testimonianza", ma non è così, perché il faraone non ha nessun diritto di sapere, di conoscere la verità, e la loro risposta equivale a tacere la loro verità, che porterebbe alla morte di loro stesse e di tanti bambini innocenti.
Vediamo poi come sia veloce e facile scivolare dall'aborto all'infanticidio e all'omicidio: "Ogni figlio maschio che nascerà agli Ebrei, lo getterete nel Nilo". E oggi? alcuni paesi hanno già permesso l'eutanasia infantile: i genitori decidono che farsene del figlio fino a 12 anni, visto che ancora non è arrivato all'età della ragione, che gli permetterebbe di esercitare la sua libertà, la sua scelta di vivere o morire. Ma queste queste leggi che permettono di uccidere i bambini non ancora nati (o già nati o mentre stanno nascendo...), hanno effetti su tutti: la carica di violenza che si accumula in chi ne è convolto non può non esplodere in guerre civili che insanguinano tanti paesi. L'aborto è il principale distruttore della pace nel mondo - diceva la Beata Madre Teresa - poiché se una madre può uccidere suo figlio, che cosa impedisce a me di uccidere te e a te di uccidere me?

e noi? siamo riusciamo ad ascoltare le legge del nostro cuore? e ad ascoltare lo Spirito che geme interiormente (e a volte anche esteriormente, tanto è disperato) e che aspetta la nostra redenzione, la redenzione del nostro corpo? Possiamo anche cominciare oggi, siamo sempre in tempo finché viviamo.
"Da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore"



martedì 21 febbraio 2012

"O Sapienza eterna ed incarnata" (S.Luigi Grignon de Montfort)

Atto di Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria
scritto da San Luigi Grignon de Montfort

O Sapienza eterna ed incarnata, o amabilissimo e adorabilissimo Gesù, vero Dio e vero Uomo, Figlio unico dell'eterno Padre e di Maria sempre Vergine, io Ti adoro profondamente sia nel seno e negli splendori del Padre, durante l'eternità, sia nel seno verginale di Maria, Tua degnissima Madre, nel tempo dell'Incarnazione.
Ti ringrazio perché Ti sei annientato prendendo la forma di uno schiavo, per liberarmi dalla crudele schiavitù del demonio.
Ti lodo e Ti glorifico per aver voluto sottometterTi a Maria, Tua Santa Madre, in ogni cosa, al fine di rendermi per mezzo di Lei Tuo schiavo fedele.
Ma, ingrato ed infedele che sono, non ho mantenuto i voti e le promesse che Ti ho fatto così solennemente nel santo Battesimo e non ho adempiuto ai miei obblighi.
Non merito di essere chiamato Tuo Figlio e Tuo schiavo. E siccome non c'è nulla in me che non meriti le Tue ripulse e il Tuo sdegno, non oso più avvicinarmi da solo alla Tua santissima e augustissima Maestà.
Ricorrerò all'intercessione della Tua santa Madre, che mi hai assegnata come mediatrice presso di Te: per mezzo Suo, spero di ottenere da Te la contrizione e il perdono dei miei peccati, l'acquisto e la conservazione della sapienza.
Ti saluto, dunque, o Maria Immacolata, tabernacolo vivente della Divinità, in cui nascosta la Sapienza eterna vuol essere adorata dagli angeli e dagli uomini. Io Ti saluto, Regina del cielo e della terra, al cui impero è sottomesso ogni suddito di Dio. Ti saluto, rifugio sicuro dei peccatori, la cui misericordia non mancò mai a nessuno.
Esaudisci i desideri che ho della divina Sapienza e ricevi i voti e le offerte che la mia pochezza Ti presenta. Io peccatore infedele, rinnovo e riaffermo nelle Tue mani i voti del mio Battesimo: rinunzio, per sempre a Satana, alle sue vanità e alle sue opere, e mi do interamente a Gesù Cristo, Sapienza incarnata, per portare dietro a Lui la mia croce, tutti i giorni della mia vita.
E affinché gli sia più fedele di quanto lo fui finora, ecco che io Ti eleggo oggi, o Maria, alla presenza di tutta la corte celeste, per mia Madre e Padrona.
Mi abbandono e consacro, come schiavo, il mio corpo e la mia anima, i miei beni interiori ed esteriori, e il valore stesso delle mie azioni buone, passate, presenti e future, lasciandoTi intero e pieno diritto di disporre di me e di quanto mi appartiene, senza eccezione, per la maggior gloria di Dio nel tempo e nell'eternità.
Ricevi, o Vergine benigna, questa piccola offerta della mia schiavitù, in onore e in unione della sottomissione che la Sapienza eterna si compiacque di avere alla Tua maternità, in omaggio al potere che entrambi avete su questo miserabile peccatore, in ringraziamento dei privilegi di cui Ti favorì la Santissima Trinità.
Dichiaro che d'ora innanzi io voglio, quale Tuo vero schiavo, cercare il Tuo onore e la Tua obbedienza in ogni cosa.
O Madre ammirabile, presentami al tuo caro Figlio, in qualità d'eterno schiavo, affinché avendomi riscattato per mezzo Tuo, per mezzo Tuo mi riceva. O Madre di Misericordia, concedimi la grazia di ottenere la vera sapienza di Dio e di mettermi nel numero di quelli che Tu ami, ammaestri, guidi, nutri e proteggi, come Tuoi figli e Tuoi schiavi. O Vergine fedele, rendimi in tutte le cose un così perfetto discepolo, imitatore e schiavo della Sapienza incarnata, Gesù Cristo, Tuo Figlio, affinché io giunga, per Tua intercessione e sul Tuo esempio, alla pienezza della Sua età sulla terra e della Sua gloria in Cielo.
Amen.

http://arcademaria.net/offerta-a-gesu-per-maria.html
http://it.gloria.tv/?media=114471&connection=cabledsl
http://serve-del-signore.blogspot.com/2012/01/consacrazione-alla-madonna.html


lunedì 20 febbraio 2012

"Maria, umile creatura" (Comunità dell'Emmanuele)




Maria, umile creatura,
tu hai generato il Creator.
Maria, vergine beata,
Madre nostra ti preghiam.

Alla presenza del cielo ti riconosco oggi, o Maria
per mia madre e regina.
Ti offro e ti consacro,
con piena sottomissione e amore,
il mio corpo e l’anima mia,
i miei beni interni ed esterni,

ed il valore stesso delle mie buone opere,
passate, presenti e future.


Maria, umile creatura,
tu hai generato il Creator.
Maria, vergine beata,
Madre nostra ti preghiam.

Ti lascio il diritto pieno e completo
di disporre di me e di tutto ciò che è mio,
senza alcuna riserva,
secondo il tuo beneplacito,
a maggior gloria di Dio,
per il tempo e per l’eternità.


Maria, umile creatura,
tu hai generato il Creator.
Maria, vergine beata,
Madre nostra ti preghiam.

note:
Parole: adattamento da L.-M. Grignion de Montfort
Musica: G. Dadillon “Fuoco e Luce”
Adattamento italiano: Comunità dell’Emmanuele
© 1988 Comunità dell’Emmanuele Italia. Tutti i diritti riservati.
gli accordi li trovi su http://home.teletu.it/confide/emmanuele/liturgia/librone/05-Maria.pdf