domenica 12 febbraio 2012

La morale in 3 parole

In uno degli ultimi post, "la vita umana", nominavo il decalogo, alias 10 comandamenti. Vi aggiorno, come mi hanno appena aggiornata, sul fatto che, sì, i 10 comandamenti appartengono alla nostra natura umana, chi non li condivide? non c'è bisogno di averli imparati da qualche parte, ma qualsiasi essere umano può intuire che sono cose giuste. Ma c'è di più: tutte queste norme morali che chiunque intuisce e condivide si possono sintetizzare in 3 ambiti:
  1. la vita umana: "non uccidere"
  2. la sessualità: "non commettere adulterio"
  3. la comunicazione:  umana: "non mentire"

In questi tre ambiti la persona si esprime immediatamente e senza mediazione. Per questo, qualsiasi violazione è una ferita alla persona.
Questi tre ambiti sono quelli a cui Gesù nel discorso della montagna dedica la sua attenzione.
Negli altri ambiti l’oggetto è riferito a circostanze storico-sociali e umane, in cui è difficile cogliere l’assolutezza.
L’idea generale che la tradizione morale ha sempre riconosciuto è che in questi tre ambiti si danno norme morali assolute, cioè che valgono sempre e comunque, indipendentemente dalle intenzioni e dalle circostanze. L’azione cattiva non potrà mai diventare buona.
Se noi, invece di considerare moralmente rilevante ciò che facciamo, guardassimo ai motivi per cui facciamo ciò che facciamo, renderemmo legittimo tutto e la moralità diverrebbe evanescente. Non si può dire: "la mia intenzione è buona, quindi faccio un atto cattivo". Se l'intenzione è buona, sceglie atti buoni. Non posso scegliere atti cattivi per fini buoni. Il fine non giustifica i mezzi. L’intenzione buona non può togliere la malizia intrinseca degli atti.